
Franz Störch è responsabile aggiunto della unità operativa “Ingegneria ambientale” e responsabile della filiera “Approvvigionamento idrico” di CSD INGEGNERI SA. Nella nostra intervista ci spiega le ripercussioni del riscaldamento climatico e della conseguente siccità sulle acque sotterranee.
Come si sta sviluppando la qualità e la quantità delle acque sotterranee in Svizzera?
Fondamentalmente, la pressione sulle risorse naturali è in aumento. Ciò influisce in misura considerevole anche sulle acque sotterranee. Ovviamente, non contengono sostanze artificiali e sono destinate all’uso diretto come acqua potabile. Tuttavia, le pressioni degli insediamenti e dell’agricoltura stanno modificando questa purezza naturale. I nitrati derivanti dall’uso di fertilizzanti o di residui di prodotti fitosanitari, ad esempio, possono comprometterne la qualità a tal punto da rendere necessario il trattamento delle acque sotterranee.
Anche la quantità di acque sotterranee è soggetta a cambiamenti. Anche nel «castello d’acqua Svizzera» abbiamo dovuto constatare questo fenomeno sotto forma di carenza d’acqua in alcune località. Le precipitazioni svolgono un ruolo fondamentale nel ciclo dell’acqua e nella rigenerazione delle falde acquifere. Sebbene la quantità totale di precipitazioni non stia diminuendo, è distribuita in modo diverso nel corso dell’anno a causa dei cambiamenti climatici, come si è osservato per molti anni. Gli studi dimostrano che l’intensità delle precipitazioni è meno uniforme. Ci si deve aspettare che ci siano più precipitazioni in inverno, ma periodi di siccità più lunghi in estate: le fluttuazioni dei livelli delle acque sotterranee aumenteranno quindi. Sia coloro che rilasciano le concessioni per prelevare l’acqua, cioè i cantoni e i comuni, sia gli utenti dell’acqua, come i fornitori, l’agricoltura, l’industria e il commercio, devono adattarsi a questa situazione.
Perché la qualità delle acque sotterranee cambia quando la falda si abbassa?
Un’ottima domanda. Gli studi non forniscono ancora molti dati al riguardo. In linea di principio, tuttavia, si può ipotizzare che le condizioni di flusso fluttuante abbiano un’influenza negativa sul comportamento di mobilitazione degli inquinanti. In presenza di bassi livelli di acque sotterranee, ad esempio, i nitrati possono concentrarsi se si utilizza la stessa quantità di fertilizzante. In presenza di livelli elevati di acque sotterranee, invece, gli inquinanti precedentemente fissati possono essere mobilitati negli strati superiori del suolo e dilavati nell’acquifero. Il grado di problematicità di questa situazione deve essere valutato caso per caso.
Quali misure possono adottare i comuni, le aziende e i privati per contrastare questo fenomeno?
IInnanzitutto, la buona notizia: non siamo esposti impotenti alla situazione. Abbiamo la possibilità di contrastare, a vari livelli, gli effetti della siccità legata al clima. È necessario pensare in rete e adottare approcci creativi.
Per quanto riguarda l’acqua potabile, la prima cosa da menzionare è una protezione coerente e sostenibile delle falde acquifere, come previsto dalla nostra Costituzione federale. È qui che vengono chiamate in causa le autorità di esecuzione. L’attenta considerazione delle aree di afflusso, la designazione di zone di protezione e una gestione adeguata del prelievo delle acque sotterranee sono di grande importanza.
I fornitori di acqua possono garantire che la qualità dell’acqua potabile sia sempre conforme ai requisiti di legge assicurando la qualità dei loro impianti. La conoscenza precisa del rendimento dei propri pilastri della rete idrica, compreso il collegamento in rete con le forniture vicine, aiuta a individuare eventuali punti deboli e a intervenire in questo senso.
I consumatori possono svolgere un ruolo importante soprattutto per quanto riguarda l’uso dell’acqua e gli effetti sui percorsi di immissione: in agricoltura, si inizia con metodi di irrigazione economici e con la scelta di varietà resistenti alla siccità e al caldo. Anche la gestione del suolo a risparmio idrico, con la disattivazione dei sistemi di drenaggio, rende il suolo più resistente ai periodi di siccità. Per quanto riguarda le vie d’immissione, vale naturalmente quanto segue: non spandere liquami prima dei temporali, sulla neve e sul ghiaccio!
Le industrie e le aziende che dipendono da un approvvigionamento idrico ininterrotto dovrebbero prendere in considerazione misure per un uso efficiente dell’acqua, la differenziazione della qualità delle acque necessarie e misure generali per ridurre le quantità utilizzate. Anche nel caso dell’autoapprovvigionamento, una gestione attiva del prelievo può contribuire a eliminare i colli di bottiglia.
Poiché non si può trascurare il percorso di immissione degli inquinanti attraverso il sistema di drenaggio, è necessario controllare regolarmente le condizioni delle fognature e provvedere alla manutenzione della rete.
Quali servizi offre CSD in questo contesto?
Grazie alla sua interdisciplinarità nel campo dell’acqua, CSD si propone come partner per affrontare le sfide del problema della siccità legata al clima. Più della metà dei nostri 80 dipartimenti dispongono di competenze che, se combinate, possono contribuire a trovare soluzioni a questi problemi complessi. In particolare, la cooperazione interdivisionale incentrata sull’acqua tra dipartimenti quali «Pianificazione territoriale e urbanistica», «Geologia», «Idrogeologia», «Idrologia», «Rischi naturali», «Gestione del rischio», «Monitoraggio e misurazioni» e «Gestione dei dati» ha già dimostrato la propria validità più volte in passato.
Copriamo l’intera gamma di esigenze che una siccità climatica può comportare, dalla consulenza individuale agli studi di fattibilità e alla realizzazione di progetti, comprese le campagne di misurazione. L’obiettivo è sempre quello di conciliare le esigenze della natura e dei clienti e di definire insieme le priorità per la sostenibilità.
Maggiori informazioni sulle nostre soluzioni idriche: Acqua – CSD INGEGNERI